Sapere cosa fare in postproduzione di una fotografia di paesaggio è solo un problema di tecnica o bisogna tirare in ballo la visione del fotografo? Si tratta solo di sapere quali "tasti" toccare in Lightroom, Photoshop o altri software di editing (come il bellissimo Capture One che mi riprometto sempre di conoscere meglio) oppure bisogna prima capire...dove andare a parare?Stamattina mi son svegliato con questa domanda dalla risposta apparentemente scontata: è una questione uscita fresca fresca dal workshop che ho tenuto ieri alle Cinque Terre per Pixcube in collaborazione con Nikon School .
Durante le fasi di scatto i partecipanti dovevano eseguire alcuni scatti in high-key: molte domande su tecnica, impostazioni e flusso di lavoro da seguire in postproduzione. Si chiacchiera di "gusti" fotografici più o meno condivisibili che scaturiscono dall'uso delle immagini sui social network e altro ancora. Ma la sorpresa di quasi tutti è stata evidente quando ho confessato che d'abitudine tolgo saturazione alle mie fotografie e lavoro pochissimo in postproduzione. Ho pensato allora di condividere un'immagine scattata durante il workshop per spiegare concretamente cosa intendo, con il flusso di lavoro testimoniato dal pannello base di Lightroom allegato. Aggiungo la versione raw non toccata per mostrare il punto di partenza.
Una fotografia high-key ha bisogno di un soggetto adatto, basso contrasto e saturazione limitata. Bisogna "vederlo" ma soprattutto serve che il fotografo non sia del tutto schiavo della visione iperrealista di molta fotografia "da social" : è sempre una interpretazione molto personale della realtà ma non certo basata su leggibilità totale di ogni area dell'immagine, saturazione/vividezza ai massimi livelli e nitidezza assoluta.
L'istogramma dell'immagine finale, come vedrai, è davvero "scorretto"!
Ecco la scena di partenza, con l'esposizione "richiesta" dalla mia D800.
Questo è l'istogramma relativo con i dati di scatto: dati di scatto "canonici" con un eccessivo spostamento a sinistra. Immaginavo che la misurazione Matrix avrebbe compensato la situazione di controluce leggendo bene le ombre ma ho un po' peccato per difetto. In ogni caso nel file c'è tutto quello che mi serve.
Ma io avevo in mente tutt'altra immagine e quindi scatto di nuovo aprendo di un paio di stop per poi ottimizzare il risultato in postproduzione.
Come vedi ho preferito aprire il diaframma anzichè alzare gli iso perché la macchina fotografica era in "bilico" su un mini treppiede di fortuna, piccolissimo: avevo prestato il mio ad uno degli allievi che ne era privo. Mi è stato molto più comodo toccare con delicatezza la ghiera del diaframma che toccare i tasti per gli iso o inserire il telecomando per una eventuale "posa B". Nella situazione di emergenza ho scattato con impostazione M-up (al primo scatto si alza lo specchio, al secondo si apre l'otturatore: lasciando alcuni secondi tra i due scatti si ottiene la massima nitidezza che può essere compromessa dal "colpo" dello specchio.). Ma ho usato un trucchetto: in questa funzione, se scatti solo una volta, la macchina apre comunque l'otturatore dopo 30 secondi pensando che tu...ti sia addormentato!
Tutto è spostato decisamente a destra con un evidente taglio delle luci: teoricamente scorretto ma assolutamente in linea con la visione del fotografo.
Ecco il brevissimo lavoro in postproduzione per arrivare al risultato finale. A quello che vedi ho aggiunto solo la correzione dell'ottica e un po' di nitidezza.
Mi piace molto il risultato: ho deciso di non correggere del tutto il bilanciamento del bianco per salvare il tono freddo. Il cielo è decisamente bruciato e sugli scogli è comparso uno degli allievi al lavoro. Ma l'effetto finale è quello che desideravo, etereo ed elegante.
Per finire aggiungo una versione più "in linea" con quello che ci si aspetterebbe da una fotografia del genere...ma che mi piace molto molto meno.
Un "canonico" sviluppo del Raw partendo dal file iniziale:
- bilanciamento del bianco corretto
- apertura delle ombre e abbassamento di alte luci
- chiarezza abbastanza decisa
- un po' di saturazione e vividezza
- intervento localizzato sul cielo con aumento di chiarezza, abbassamento ulteriore alte luci e riscaldamento della temperatura colore.
A questo punto mi piacerebbe molto conoscere la tua opinione sul trattamento di questa scena.
Ps.: se qualcuno volesse approfondire l'argomento Lightroom Vs Capture One ecco un bell'articolo di confronto su Fotografia Professionale)