Prima/dopo: "fotografare" è ancora "scrivere con la luce"!?!
La domanda del titolo mi aiuta a chiarire cosa non sopporto nelle immagini di paesaggio che vanno per la maggiore sui social. Cos’è che mi disturba? Semplice, non sono scritti con la luce, anzi non sono proprio scritti, sono disegnati con photoshop o software vari. La luce, proprio quella che il fotografo paesaggista più di tutti va cercando come rivelatrice del suo mondo fotografico, viene cancellata totalmente, sostituita con una visione stereotipata del paesaggio. Viene annullata quasi del tutto l'enorme differenza tra pittura e fotografia: il pittore comincia da una tela bianca, vuota e già definita nelle sue dimensioni, e la "riempie" con le sue idee; il fotografo invece comincia dalla realtà che ha davanti e ne produce un “ritaglio” con gli strumenti specifici del suo mezzo: la scelta di un punto di vista, una inquadratura e tutte le altre strategie fotografiche che ha a disposizione . Dirai: << ebbe’ che male c’è ad “inventare”? David LaChapelle non inventa? Eppure nessuno osa dire non sia un fotografo. E Richard Avedon in fondo non inventava? Dove si è mai visto un essere umano perso su un fondo bianco, nel nulla assoluto? Non è una invenzione questa? E allora non è fotografia?
Direi ci sia una differenza assoluta nel paragone: i due fotografi citati, ma potrebbero essere moltissimi altri, non mirano ad una imitazione del reale (come ormai capisce ogni fotografo sano di mente!), la scena “dichiara” apertamente la finzione, si adottano strumenti tecnici ed espressivi per interpretare la realtà a piacimento ma sinceramente. Invece nella foto di paesaggio “stile social” che va oggi per la maggiore si immettono colori e stratagemmi facendo di tutto per far sembrare la scena reale, sempre con il terrore di sentirsi chiedere “ ma i colori sono veri”? E giù con virtuosistiche arrampicate lessicali sugli specchi per non rispondere semplicemente…NO! Punto. Perchè il problema è proprio quello, tu sai benissimo che stai bluffando.
Se avessi un po' di cultura dell'immagine, caro dispensatore di workshop con post produzione "prima/dopo", sapresti che i più grandi fotografi di sempre:
- abbassano la saturazione molto spesso; tu insegni a pomparla al massimo.
- abbassano il contrasto; tu "chiarezza appalla!".
- scattano sempre con un normale o un moderato grandangolo; tu non fai entrare nessuno che non abbia il 12 mm ( al limite " ti faccio provare il mio fish-eye").
- cercano sempre il proprio personale punto di vista, camminando con gli scarponi miglior strumento del fotografo; tu organizzi sempre e solo a Castelluccio di Norcia, a Tellaro da quello scoglio ormai lisciato come i piedi della statua del santo in San Pietro, magari alle Tre Cime, perché la montagna offre emozioni indescrivibili, ma solo da quel rifugio comodo comodo etc,etc, ( ma la lista non sarebbe poi molto più lunga, aggiungi un'aurora boreale e due fulmini e il gioco è fatto).
- cercano sempre un punto di vista anche mentale; tu insegni che non serve sbattersi, basta avere una matrice di partenza e poi tutti dentro a replicare in photoshop sempre la stessa immagine dello stesso modello. Eventualmente, se proprio il risultato non torna, acquista un nuovo obbiettivo;-).
Ora, io...ho bisogno di conforto: quando ragioniamo di queste cose con gli allievi di corsi e workshop dichiaro sempre: "non vi fate influenzare dai numeri di like, formatevi sui libri dei maestri non su facebook con il condimento di tre tutorial… ".
Ma fino a quando questo sarà vero? davvero è solo un momento di ubriacatura transitoria, forzata dalle sempre più performanti prestazioni dei software? Finirà, una volta passata la novità, oppure il numero soverchiante di coloro che si avvicinano alla fotografia senza formazione, modificherà completamente le cose?
Vedendo le polemiche degli ultimi anni sulla sempre piu forzata manomissione delle immagini anche nel fotogiornalismo ..tremo. Perché il comodo abitua l'uomo (il fotografo) ad...accomodarsi! Meglio una scorciatoia per l' immediata emozione (ahi, povera parola abusata e prostituita) che la ricerca di un'immagine dal contenuto profondo e molteplice, che richieda visione lenta e progressiva. Che mi lasci qualcosa nel tempo. Che mi aiuti ad interrogarmi sul mondo e sulla vita...
Tutti abbiamo dentro la tensione alla ricerca di senso, alle cose belle, alla scoperta. Ecco, la scoperta: ci stanno togliendo il gusto della ricerca e della scoperta.
Vedere tanta gente che continua a salire le montagne mi fa sperare che esisterà sempre qualcuno disposto a fare faticosamente da riferimento verso la vetta.
Voglio fondare il movimento di resistenza contro il "Camogli" in autogrill e a favore di pane e salame sulla cima!