Di Dio e della montagna
Ho qualche riserva sul "dannato lavoro dell'uomo" ma questa poesia, ogni volta, mi fa venire mi commuove.
Per il mio amico Fabrizio (l'alpinista, non il boscaiolo!) che quando arriva in cima non riesce a pensare a Dio. Ma come è possibile?
"Amo di folle amore i monti fieri e sublimi!
Sul sudario d’argento delle cime
i piedi delle piante non osano posarsi,
quei picchi acuti smusserebbero i vomeri.
Niente spighe dorate, vigne dalle braccia lascive:
niente che parli d’uomo, del dannato lavoro.
Nell’aria pura e libera nuotano sciami d’aquile,
e l’eco dei burroni fischia canzoni di banditi.
Non producono niente, sono inutili:
son solo belli, e la bellezza è un nulla.
Ma io li amo più dei campi grassi e fertili
ma lontani dal cielo – dove Dio non si vede."
Nella Sierra - Teophile Gautier