DAVIDE MARCESINI

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Meteo, circoli di confusione e bambini di 11 anni

Lei era lì per caso, partendo dagli Stati Uniti non poteva affidarsi troppo al meteo. Per sua fortuna.

Sabato 17 settembre è stata una giornata particolare. 

Ho scoperto nell’ordine che:

a)la fotografia non è così amata come sembra.

b)quelli che la praticano non partono tutti con il piede giusto.

c)un bambino di 11 anni può capire la profondità di campo con un disegnino fatto male.

 

Nel pomeriggio di Sabato era fissato un  photowalk organizzato da 500px in concomitanzain oltre 200 piazze al mondo e sponsorizzato da RedBull, un battage ficcante, varie iniziative e contest annessi. Io sono lo “host” come vengono definiti i responsabili delle singole tappe, il luogo scelto (su mia proposta) è Manarola. La prima edizione nel 2015 ha visto 60 partecipanti, quest’anno i biglietti di iscrizione gratuita erano esauriti ma dal mattino cominciano a piovere, letteralmente, messaggi allarmati per le previsioni del pomeriggio: “che si fa? hanno detto che pioverà ”. Io rispondo “non so cosa fate voi, io ovviamente vado”. Perchè sono “obbligato” per dovere. Ma soprattutto perchè so che con il brutto tempo possono saltare fuori le sorprese migliori. E perchè odio la vita programmata, il controllo eccessivo è un limite alla scoperta.

Come volevasi dimostrare: presenze ridotte al minimo, ma giornata bellissima di sole estivo fino alle 17 in punto, ora di inizio lavori. Poi nuvoloni minacciosi coprono tutto e i pochi intrepidi cominciano ad essere depressi per il mancato tramonto. Verso le 18 comincia a piovere e, proprio per smentire ogni previsione scontata, mentre il sole si abbassa trova un  piccolo spazio libero dalle nubi. La luce più incredibile che abbia mai visto! Smette subito di piovere (3 minuti d'acqua in tutto il giorno... alla faccia delle previsioni!) ealle nostre spalle si forma una tromba marina, poi un’altra... tutti a bocca aperta insieme ai pochi fotografi “seri” a parte noi: solitamente sulla passeggiata di Manarola al tramonto bisogna litigarsi un posto per il treppiede, oggi solo un paio di colleghi a godersi lo spettacolo “privato”.

Ma come fa un fotografo ad uscire solo con previsioni “corrette”? Come fai a non aver voglia di rischiare due gocce per scoprire cosa ti aspetta? Cosa ti hanno insegnato all’ultimo corso?

Te lo dico io: 1) gestione della reflex 2) la regola dei terzi 3) gestione del raw e postproduzione in Lightroom. Se fai la versione avanzata puoi aggiungere 4) "programmazione dell’uscita, previsioni meteo e uso di Tpe o Plan.It ".

 

Ma questa non è la fotografia! quaesta è roba che serve per la fotografia. Ma possibile che nessuno  ti abbia mai detto che fotografare serve ad aprire gli occhi, a scoprire il mondo, a dare una lettura del tuo mondo? In realtà ci sono bravi insegnanti, veri fotografi che te ne parlano, ma vanno cercati tra la miriade di corsi tutti uguali, tutti che insegnano il dito e non la luna.

I nostri eroi hanno terminato davanti ad un bel piatto di trofie al pesto: partita l’ennesima disquisizione su ottiche e sensori mi son ritrovato (a colpi di carta, penna, pessimi disegni e paroloni come "circolo di confusione") a spiegare la profondità di campo a Lapo, 11 anni, figlio fortunato di un padre d’altri tempi (che lo porta a fotografare in montagna quando gli altri vanno a letto). Perchè la tecnica serve davvero, e bisogna impararla bene per poter “scrivere” correttamente quello che vuoi raccontare.

Se... hai qualcosa da raccontare.

Fotografo, leggi più romanzi e meno manuali “tips&tricks”!

...questo non lo volevo mostrare!

 

P.s.: Lapo giura alla fine di aver capito davvero, anche lui è uno di una volta, sembra non dire bugie!