DAVIDE MARCESINI

View Original

Un film sul paesaggio italiano

Puglia, all'alba dal treno in partenza da Bari

Sono pigro solo in quello che dico io. Posso camminare due giorni senza mangiare e senza bere ma la programmazione non è il mio forte. Così mi costringo a portare a termine un lavoro preso e lasciato in continuazione per anni. Lo devo "dichiarare" come la dieta del Lunedì per convincermi.

... ho cominciato a guardare fuori dal treno che ero bambino, il primo viaggio che ricordo era un La Spezia-Catanzaro, Natale 1976 in trasferta dai parenti. Roba mitica. Poi la beve trasferta a Crotone, sempre quelle vacanze. Il treno è una sospensione dal quotidiano, un parentesi dalla realtà che solo pochi fastidiosi contrattempi riescono a spezzare. Per poco tempo, poi ricomincia il bello: sarà che sono facile alla distrazione, sarà che l'Italia è così bella: qualunque cosa mi proponga di fare per sfruttare i tempi del  viaggiatore, mi ritrovo col naso sul finestrino. Non servono paesaggi particolari, tutto è degno di nota, notte e giorno, bello e brutto che sia il tempo. Fotografare dal treno è stato inevitabile. La cornice del finestrino è la mia inquadratura naturale, non serve altro che scattare. Ogni tanto arrivo ad impostare l'autoscatto e lasciare il caso  a decidere del soggetto,  un inconscio tecnologico volontario. I risultati sono interessanti, talvolta mi superano nelle mie pretese artistiche. L'Italia dal treno è un film che non finisce mai, ne rubo fotogrammi come posso.

Dichiarazione ufficiale: a fine mese arrivano le prime stampe per il portfolio dell'Italia dal treno, sto selezionando, è la parte più faticosa.