DAVIDE MARCESINI

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Cosa hai mente quando vuoi imparare a fotografare?

Come scoprire che sproloquiare su aspetti teorici produce miglioramenti molto concreti sulle tue fotografie

Ormai non si contano più workshop e corsi tenuti tra personali, quelli tenuti per Nikon School e Pixcube e quelli per Areadomani Photoacademy dove insegno ormai da due anni. L’esperienza non manca ma non si smette mai di impararea comunicare le proprie competenze e, soprattutto, a “conoscere” chi hai davanti e cosa si aspetta da te.

 

La reciproca soddisfazione finale dipende sempre da vari fattori:

argomento ben calibrato, capacità ed esperienza del fotografo e disponibilità dell’allievo a mettersi in gioco e lavorare in proprio 

Ma un aspetto viene sempre dato per scontato, proprio quello che per primo andrebbe valutato quando scegli a chi affidare il tuo “futuro” fotografico: cosa stai cercando davvero?

E' sempre utile una chiacchierata con chi sivuole iscrivere per capire se stiamo parlando della stessa cosa. Non proprio una “selezione” ma capita talvolta di sconsigliare la partecipazione aqualcuno: alla fine saremmo entrambi delusi, l’insegnante perchè non riesce a trasmettere quello che ha in mente, l’allievo perchè non trova quello che cercava, perdendo tempo e denaro.

 Dove sta l’inghippo?

Le motivazioni nella scelta di un corso , più' o meno consapevolmente, sono (rigorosamente in dis-ordine di importanza o di numero):

  • conoscere nei dettagli la propria macchina fotografica (sia che tu l’abbia appena ricevuta in regaloo che sia uno strumento con cui si ha già una certa dimestichezza)
  • scoprire i presunti segreti del professionista
  • fotografare un luogo famoso (a seconda della sede di svolgimento del corso)
  • ricerca di persone con cui condividere la propria passione (traduci: trovare una fidanzata fotografa!)
  • superare quella frustrazione per le tue foto che spesso sopraggiunge dopo i primi entusiasmi

Ancora una volta: siamo sicuri che stiamo parlando della stessa cosa?

Il problema di fondo è  capire cosa sia davvero la fotografia: non posso certo svelare io questo grande dilemma, troppo complicato, ma possiamo essere certi che la fotografia non sia solo:

  • una tecnica fine a sè stessa
  • un modo per collezionare viste famose
  • un modo per relazionarsi con i compagni di avventura
  • un modo per arricchire di seguaci le pagine dei social 
  • un modo per vedere modelle nude

“Non solo”: può essere tutto questo ma esiste sicuramente qualche potenzialità in più.

La fotografia è (anche) un linguaggio per raccontare e scoprire il mondo.

Il paragone più semplice è quello con la scrittura: a prescindere dal mezzo usato (smartphone, macchina da scrivere, carta e penna o computer che sia) tu puoi scrivere un messaggio d’amore o la Divina Commedia, appuntare l’orario del treno o comporre una poesia. 

L’importante è uscire dall’equivoco più grande, quello che fa nascer la maggior parte di problemi: la fotografia ha in sè una sorta di difficoltà di decifrazione che porta a scambiare il soggetto reale per la fotografia stessa. Detta così sembra una sottigliezza da nulla, ma andiamo nel concreto: se guardi una fotografia di un tramonto sul mare dici “questo è un tramonto”; se tu vedi un dipinto di un tramonto tu dici ”ecco un bel quadro”. Sciocchezze? In realtà questo è il meccanismo per cui tanti fotografano tramonti e, soprattutto, perchè i tramonti (o le stelle, o i ritratti di belle fanciulle) hanno il maggiorgradimento in rete: sono bellissimi, è vero, ma non è detto siano buone le foto che li rappresentano. Un bel tramonto non è necessariamente una fotografia ben fatta. Eppure tantissimi cascano in questo equivoco! L’allievo arriva al corso con un sole mal fotografato sopra l’orizzonte e non concepisce che tu non celebri il suo lavoro così... rosso!

Di tutto questo mi piace discutere con gli allievi. Quando il messaggio arriva al bersaglio ne nasce una enorme liberazione: se un gran soggetto non fa necessariamente una gran foto, è anche vero che un soggetto “qualunque” non può impedirti di fare una buona foto, di raccontare raffinatamente qualcosa di comune.

E così scopri che non hai più bisogno di andare dall’altra parte del mondo per trovare qualcosa di interessante, non devi aspettare le prossime vacanze: il tuo quartiere, casa tua, offrono tutto quello di cui hai bisogno.

Imparare a vedere lo straordinario nel quotidiano ti permetterà poi di cogliere con il tuo sguardo personale e unico la destinazione stravista e strafotografata della tua prossima meta!

 

Se sei stufo di sentir parlare solo di megapixel e nitidezza di obiettivi forse abbiamo qualcosa da dirci, resta in contatto e abbi pazienzafino a Dicembre...

 

P.S.: non sottovalutiamo la tecnica spicciola,  bisogna impararla, e molto bene: non puoi “scrivere” la tua opera d’arte con troppi errori di ortografia, il messaggio non arriverebbe. Ma non è tutto lì.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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