DAVIDE MARCESINI

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Del "non sapere" e del sentirsi grandi fotografi: lo "Sguardo rovesciato" di Roberto Cotroneo

Piccola riflessione notturna che arriva a riempire l'inizio mattinata. Lo reputo segno di quei pochi pensieri che vale la pena di condividere.

Sto leggendo a saltelloni il libro "Lo sguardo rovesciato" di Roberto Cotroneo, un bravo giornalista che si occupa spesso di fotografia.

Non tutto mi prende, salto delle parti, mi sento come a far due chiacchiere sulla fotografia al bar. Condivido molti argomenti. Ma uno mi colpisce in particolare, eccolo:

"Non sapere aumenta in modo vertiginoso l'illusione di essere creativi. Ma genera un'idea di se stessi che è assai più alta di quanto sia concesso dalla realtà delle cose. Gli psicologi...hanno inventato una sorta di patologia per questo tipo di percezione...Per colpa di questo effetto tutti gli inesperti di questo mondo tendono a sopravvalutarsi, giudicando, a torto, le proprie abilità come superiori alla media. Questa distorsione viene attribuita all'incapacità, da parte di chi non è esperto in una materia, di riconoscere i propri limiti ed errori. Il possesso di una reale competenza, al contrario, può produrre la distorsione inversa, cin una affievolita percezione della propria competenza....poichè individui competenti sarebbero portati a vedere negli altri un grado di comprensione equivalente al proprio".

Mi colpisce perchè  non so se sono competente ma so, è un fatto documentabile,  che prima di "cedere" alle richieste di organizzare corsi di fotografia ho aspettato 10 intensi anni di professione e studio. Mi sembrava di non aver nulla di concreto da trasmettere. Poi ho cominciato  e non ho più smesso.